Solennemente inaugurato a cinque anni dalla sua scomparsa, il monumento funebre a Canova rappresenta il tributo collettivo alla memoria del celebre scultore. L’iniziativa internazionale fu promossa e coordinata dal presidente dell’Accademia Reale di Belle Arti di Venezia, Leopoldo Cicognara, amico intimo e grande sostenitore dell’artista scomparso, e prese a modello la composizione che lo scultore stesso plasmò anni prima per l’incompiuto Monumento a Tiziano nella medesima chiesa dei Frari. Nel 1790 fu infatti commissionato a Canova lo studio di un monumento da erigersi al grande pittore veneziano e per il quale eseguì diversi modelletti e disegni (1790-1795), prendendo ispirazione dalle antiche architetture egizie o dalla tomba romana di Caio Cestio, dando cosi forma ad una delle sue invenzioni più originali che, naufragato quel progetto, riprese in seguito per realizzare il Monumento funerario di Maria Cristina d’Austria nella Augustinerkirche a Vienna (1798-1805). Conservato presso le Gallerie dell’Accademia, il modello del monumento per Tiziano ideato da Canova fu quindi prescelto all’unanimità e tradotto in marmo nella stessa chiesa per la quale era stato pensato, rievocando cosi il genio imperituro attraverso la sua stessa opera. Seguendo l’idea originaria furono quindi prescelti per eseguire i rispettivi gruppi scultorei sei artisti veneti della cerchia del Canova e diretti testimoni dell’abilità dello scalpello del maestro. Interamente scolpita nel marmo di Carrara è una massiccia struttura piramidale con un grande varco centrale, sormontato dall’effige del Canova, cinta dalla serpe e sorretta dalle Fame (Antonio Bosa), e verso cui si dirigono in mesto corteo le Arti sorelle, scortate dai geni tutelari con i relativi attributi e le faci mortuarie accese. Sulla destra guida il corteo la Scultura (Barolomeo Ferrari), che reca in mano l’urna, e il suo genio (Rinaldo Rinaldi), seguita dalla Pittura e dall’Architettura (Luigi Zandomeneghi) e da due Genietti (Giacomo de Martini), mentre sul lato opposto è seduto, inerme e con le ali abbassate, il Genio della creatività dell’artista, (Giuseppe Fabbris) riverso sul Leone alato, figurazione della città di Venezia (Rinaldo Rinaldi): tutti custodi del COR CANOVAE, qui trasportato dall’Accademia nel 1827.

Giuseppe Borsato, Leopoldo Cicognara illustra il monumento di Canova ai Frari,1829, Musèe Marmottan Monet, Parigi.

Antonio Canova e collaboratori veneti, Modello del monumento a Tiziano, 1792 ca, Gallerie dell’Accademia, Venezia.
