Protagonista assoluto della scena artistica europea del suo tempo, interprete più fedele della poetica neoclassica, eletto novello Fidia per l’impareggiabile tecnica nel trattamento delle superfici e la straordinaria varietà di registri, Antonio Canova (Possagno 1757, Venezia 1822) nasce a Possagno in una famiglia di scalpellini, e inizia l’apprendistato con il nonno Pasino. Nel 1768 si trasferisce a Venezia, come aiutante presso lo studio dello scultore Giuseppe Bernardi Toretti, dove frequenta la scuola di nudo all’Accademia e realizza le sue prime commesse per importanti famiglie veneziane. Si stabilisce a Roma nel 1779 dove alterna, allo studio individuale dell’arte della capitale, le lezioni di nudo all’accademia di Francia e del Campidoglio, le visite agli atelier di illustri scultori, e il viaggio a Pompei e Paestum per osservare ‘dal vero’ l’arte antica. Il periodo romano rappresenta il fulcro della sua attività artistica durante il quale da vita ad alcune delle sue opere più celebri, e il suo studio romano diventa la meta prediletta di artisti e intellettuali dell’epoca di cui le opere più ammirate sono quelle a soggetto mitologico, Amore e psiche (1787-1793), Venere e Adone (1789-1793) e il gruppo delle Grazie (1812-1816), in cui riesce a dare forma compiuta al ‘bello ideale’. Consacrato come astro nascente della scultura italiana con i monumenti funebri per Clemente XIII nella chiesa dei Santi Apostoli (1783-1792) e per Clemente XIV (1783-1787) nella basilica di San Pietro, la sua ascesa è inarrestabile: la sua arte è ricercata da mecenati e regnanti, e la sua consulenza è richiesta a Roma, in qualità di Ispettore Generale delle Antichità e delle Arti dello Stato della Chiesa, come a Londra, dove sarà chiamato a pronunciarsi sui marmi provenienti dal Partenone, scelto infine come ritrattista ufficiale dallo stesso Imperatore, sarà l’artefice del ritorno in patria italica delle spoliazioni napoleoniche. Muore il 13 ottobre 1922 durante un suo breve soggiorno a Venezia e la scomparsa dell’ultimo erede della grande tradizione artistica italiana è sentita come un lutto universale. La sua salma è trasferita nel Tempio canoviano di Possagno, mentre la sua mano destra è conservata alle Gallerie dell’Accademia, e il suo COR è nella chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari, il pantheon veneziano, custodito in un’urna nel Cenotafio a lui dedicato, promosso e inaugurato da Leopoldo Cicognara nel 1827.
Antonio Canova, Amore e Psiche giacenti, 1787-1793, marmo, Musée du Louvre, Parigi
Antonio Canova, Amore e Psiche giacenti, 1787-1793, marmo, Musée du Louvre, Parigi
Francesco Chiarottini, Lo studio del Canova, 1786, disegno a penna, acquarellato grigio e seppia, lumeggiato a biacca, Musei Civici, Udine
Francesco Chiarottini, Lo studio del Canova, 1786, disegno a penna, acquarellato grigio e seppia, lumeggiato a biacca, Musei Civici, Udine
Antonio Canova, Tre Grazie, (1812 -1816), marmo, Ermitage, San Pietroburgo
Antonio Canova, Tre Grazie, (1812 -1816), marmo, Ermitage, San Pietroburgo
Antonio Canova, Autoritratto, 1812 c.ca, marmo, Museo Correr, Venezia
Antonio Canova, Autoritratto, 1812 c.ca, marmo, Museo Correr, Venezia

You may also like

Back to Top